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Il Salento più autentico: vacanze al profondo Sud

Il Salento delle discoteche gallipoline, degli squarci sulle notti stellate di Otranto, delle giornate d’agosto sulla spiaggia di Porto Cesareo sono impressioni e racconti di quel turismo di massa, affascinante e accessibile che gran parte dei visitatori del Tacco d’Italia hanno imparato a conoscere e ad apprezzare. Un turismo che verte su mete ambite e riconosciute e su un’esperienza di viaggio spesso confezionata con maestria da agenzie di viaggio o organizzata in autonomia navigando sul web.

Poi c’è tutta quella dimensione in parte sommersa, propria di un turismo più di nicchia, che si perde in territori a volte anacronistici, avvolti dalla natura incontaminata e da incantamenti favolistici scolpiti in cartolina; è la dimensione del Salento più distante, quello di Leuca e delle marine che da lì si estendono sui litorali, in quella culla di due mari che si baciano senza abbracciarsi. Il turismo del Basso Salento non è mero viaggio di esplorazione paesaggistica, è riscoperta di una realtà che, nei tempi, abbiamo perso.

I paesaggi naturali del Basso Salento

Leuca è l’ultimo baluardo della Puglia, il vertice Sud che tende verso l’Africa e, a est, i Balcani. Lì si incontrano le correnti del Mare Adriatico con quelle dello Ionio; lì si apre agli occhi di vuole vedere un mondo fatto di autenticità che si perde nel mistero di una località ricca di narrazioni e di vicissitudini eccezionali.

Siamo nel regno delle grotte carsiche millenarie che cingono la costa, si estendono da Castro Marina a est fino a Leuca, e da lì proseguono fino a Torre San Giovanni, Marina di Tricase e ancora su fin quasi a Gallipoli, dipingendo un arco di pietra che descrive, a modo suo, la storia del Salento.

Siamo nel mondo ancestrale di realtà come Specchia e Presicce, comuni piccoli piccoli, dove tutti gli abitanti si chiamano per nome, e ogni vicolo è una scultura in pietra che, da sempre, sembra essere fatta allo stesso modo e, forse anche per questo, è degna di essere inclusa tra i Borghi più Belli d’Italia dell’ANCI.

Siamo nella realtà dei paesetti, delle frazioni, delle decine di comuni che non raggiungono neppure i 5.000 abitanti e che si lasciano abbracciare da distese di ulivi, che l’estate fanno da colonna sonora al ritmo delle cicale e del vento che sibila tra le foglie e disegna melodie impagabili.

Lì il turismo arriva, eccome. Con una logica propria, quella degli agriturismi di Torre Vado, dei residence Pescoluse, delle case vacanze smarriti nelle distese di Andrano. Il confine resta labile, il confine che scandisce la separazione tra il turismo di massa e del divertimento imperante (e no, che non c’è proprio nulla di male) dalle contemplazioni estatiche e avvolgenti; il confine resta, ma a solo a tratti, a momenti sbiadisce nelle notti intense della movida notturna che, la notte, tra Castro Marina e Santa Cesarea Terme, accende le pulsioni; un confine che si cela a intermittenza, ibridando in un’esperienza unica tutto ciò che concorre a costruire la magia del Basso Salento, terra fuori dal tempo e scolpita in esso.

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